A scuola di comunità

La tessitura della conoscenza
A scuola di comunità

di Mariacristina Grazioli

 

PREMESSA

L’idea dell’Uomo, in quanto individuo singolo, e l’idea dell’Uomo come insieme di persone, sono state spesso contrapposte.

Per quale motivo un Uomo singolo è differente dalla Societas a cui appartiene?

Una domanda, questa, a cui più spesso filosofi e sociologi hanno dedicato grande attenzione, nell’intento di esaminare, con le speculazioni dialettiche tipiche dei loro ambiti di studio, ciò che anche nella realtà quotidiana, il comune Uomo delle strada coglie con evidenza.

Non è forse vero che noi- Uomini e Donne- sappiamo essere assai differenti, se colti nei nostri aspetti di persone singole,  o individui che si relazionano con altri individui?

L’apprendimento, poi, è da considerarsi un processo con un senso forte e determinato: fare comprendere il mondo e dare il significato ai mille misteri dell’esistenza.

In questo percorso l’individuo incorre – a fasi alterne e in modo più o meno formale- nella consapevolezza che, l’espressione “vivere umano” si estrinseca sia come singolo, sia nelle formazioni sociali.

 

DAL MITO ALL’IDENTITA’ PSICOLOGICA: IL PROCESSO DI TESSITURA DELLA CONOSCENZA

Penelope era una donna che tesseva tutto il giorno .

Tesseva davanti ai suoi familiari e alla società a cui apparteneva. Nella sua tessitura sviluppava la consapevolezza di appartenere ad un gruppo sociale ed evidenziava le sue conoscenze, anche tecniche , che tutta la comunità le riconosceva.

Nella sua tela deponeva  le sue competenze e le sue idee di donna, di madre , di regina assediata: quella tela rappresentava la sua identità negoziata con il contesto.

Di notte Penelope assecondava un processo inverso, distruggendo la stessa tela che , sapientemente, aveva prodotto durante il giorno.

Era l’atto  attraverso cui si riappropriava di se stessa, della propria individualità e invertiva le regole e le pratiche apprese.

Nella distruzione sapiente , tornava ad essere se stessa; nasceva , allora,  una sorta di “conoscenza nella distruzione”, distruzione  delle convenzioni e  distruzione degli apprendimenti per convenienza.

Alla Persona che si allontana dal Gruppo dunque è consentita solo una “conoscenza per distruzione”?

O meglio, è consentito un autonomo percorso degli apprendimenti che portano alla conoscenza, in assenza di interrelazione sociale?

Penelope era una donna che sapeva sviluppare il massimo potenziale individuale , in relazione ai contesti differenti a cui si doveva , per necessità, rapportare.

Di giorno sviluppava la socialità e le convenzioni. Di notte la solitudine e l’introspezione. Un’unica persona alle prese con i contesti e con la relazione di socializzazione con il mondo, i diversi modelli di vita.

E al centro del suo vivere, Penelope metteva  la “tessitura” ove negoziare le istanze contrapposte e manifestare le sue competenze di donna, determinata a confrontasi con l’ambiente e la vita in genere.

 

SCUOLA: AGENZIA FORMATIVA DEGLI INDIVIDUI NEL CONTESTO SOCIALE

La scuola è il contesto educativo formale per eccellenza, da tutti riconosciuta come l’agenzia primaria di produzione di apprendimento e , in ultima istanza,  di conoscenza.

A scuola, l’interazione tra attività  individuali   o condivise, ricomprende anche le  relazioni tra individui che vivono lo stesso ambiente di apprendimento.

Non mancano poi le interrelazione con i ruoli , organizzativi o  istituzionali, e  i ruoli sociali meno formalizzati , ma altamente significativi per il processo di discernimento prima e  di costruzione attiva dell’apprendimento poi.

L’ambiente scolastico rappresenta un luogo “ percepito” a funzione ecologica.

Gli studi di Brofenbrenner ci indicano che è proprio a scuola che si delinea la possibilità del soggetto che appende di “vedere” il contesto, apprezzandolo.

In tale operazione simbolica , vi è un progressivo adattamento all’ambiente sociale , che sfocia nel più alto comportamento di partecipazione.

La “transazione ecologica” viene perciò intesa come il passaggio progressivo di situazioni di cambiamento di ruolo e ambiente, su quattro livelli distinti.

Si va da una fase di “microsistema” caratterizzato da rapporti intimi e ristretti, ad una fase di “mesosistema”, inteso come rapporti tra microsistemi, per giungere all’”esosistema”, o contesti di influenza, e  al “macrosistema”, caratterizzato da storia e cultura trasversali a tutti gli altri livelli.

In una visione ecologica , i cambiamenti hanno molte possibilità di innescarsi per questo processo di interscambio tra le situazioni ambientali.

Le Transazioni sono, per certi versi, motori di sviluppo verso la conoscenza , attraverso gli apprendimenti di contesto.

Nella scuola , l’ambiente di apprendimento , caratterizzato prevalentemente da relazioni significative, attiva un processo comunicativo complesso.

Il processo di apprendimento scolastico porta l’individuo ad esporsi alle procedure di comunicazione tra diversi contesti.

Secondo la teoria di Ogbu, studiata sui  “paradossi comunicativi” in contesto scolastico, il ruolo della comunicazione è fondamentale per la costruzione delle rappresentazioni culturali del soggetto. Dunque i traguardi in termini di conoscenza sono raggiunti dall’individuo che si “muove” nel sistema sociale , ecologicamente inteso. Non vi è frattura ,allora, e non vi è discrasia tra la natura individuale e quella sociale , ma compartecipazione e interazione.

 

IDENTITA’ SOGGETTIVA E METAFORA DEL TESSUTO

In una bella analisi sull’identità e intersoggettività a scuola, Liguorio e Spataro ricercano le note salienti delle psicologia socio costruttivista, che considera la conoscenza come il risultato di un processo attivo e sociale.

Il focus è sul ruolo dell’altro da sé, che determina modi di pensare ed esprimere di se stessi .

La psicologia dell’apprendimento ritiene che il processo del soggetto verso le acquisizioni culturali è tanto più significativo, quanto viene percepito come favorevole a tutto ciò che attiene alla nostra identità; ossia si apprende con più convinzione se  i contenuti cognitivi e culturali ci appartengono.

In ambito scolastico, la relazione con gli altri ci consente di cogliere chi siamo , nel tempo presente, ma anche nelle utili prospettive dell’orientamento al futuro possibile, ove l’incontro educativo tra docente e discente consente la costruzione di nuove forme di interiorità ed esteriorità.

E’ bella la metafora fornita dalle autrici , che paragonano la trama intersoggettiva  ad un tessuto malleabile . A questa fa da contrappunto l’ordito del contesto del soggetto. Trama ed ordito compongono dunque il tessuto degli apprendimenti , tradotti degli psicologi in “ sistemi referenziali condivisi”.

Nelle definizione di J.Bruner , la predisposizione alla comunicazione degli esseri umani è connotata dalle competenze comunicative , attraverso le quali si sviluppano relazioni significative ; oltre a ciò la comunicazione tra soggetti evidenzia la capacità di cogliere i contesti e le specificità intersoggettive.

In effetti il concetto di intersoggettività ha a che fare con la capacità di descrivere il rapporto tra un individuo ed un altro.

 

LA CLASSE- LUOGO DI TESSITURA DELLA CONOSCENZA

Ancora meraviglia sapere che l’apprendimento collaborativo e il lavoro di gruppo e nel gruppo siano ancora scarsamente diffusi.

In effetti si fa fatica a cogliere queste modalità come   le pratiche costanti dei processi di formazione.

Le metodologie delle pedagogia collaborativa – che hanno tracce indelebili negli studi di Dewey degli anni cinquanta- fino ad arrivare a Freinet e Cousinet, non sono ancora sufficientemente diffuse.

Il perché di questa mancata occasione può avere diverse spiegazioni, ma c’è da chiedersi in che misura il contributo degli studi pedagogici, abbiamo un impatto di rilievo sui sistemi formativi formali, e sulle scelte strategiche dei decisori politici.

E’ forse più interessante collegare i “modelli” sistemici delle istituzioni scolastiche all’ analisi socio-economiche, piuttosto che alle teorie delle scienza dell’educazione? Sembra di sì. Non si spiegherebbe, infatti, l’enfasi attuale sull’analisi dei sistemi di valutazione o la continua ed “intermittente” modifica alle indicazioni sulle procedure di analisi degli apprendimenti, in termini di verifica e valutazione. Non pare che il passaggio dai “giudizi”, ai “voti” sia significativo se non sostenuto da una profonda scelta dell’assetto metodologico e didattico. Ci si chiede dunque perché l’interlocutore politico- istituzionale , parta dalla “fine” del processo di formazione , per giungere al miglioramento degli standard, senza peraltro ritoccare il “percorso”.

Il docente, disorientato dalle innumerevoli applicazioni regolative e normative, dove trova lo spazio di espressione delle procedure della didattica e della pedagogia sottesa?

L’urgenza dettata dall’applicazione delle nuove modalità di  di valutazione , cambiate ogni due – tre anni, cosa lascia nelle cultura pedagogica dei professionisti dell’educazione?

Ovviamente sono domande retoriche tese solo a sollecitare l’analisi del lettore. In realtà se ad una risposta si vuole arrivare, occorre partire dall’idea di “classe”, lontana dell’immagine di mero “contenitore”.

Il processo di apprendimento nell’analisi cognitivista

Non è accanto all’idea di acquisizioni nozionistiche, con “immagazzinamento” di informazioni.

Il Sapere è altro. Il processo che sostiene il percorso di apprendimento prevede la strutturazione di una idonea modalità di insegnamento, ove trasferire la conoscenza attraverso una relazione di aiuto significativa.

L’apprendimento- lontano dall’idea mi mera acquisizione- ha bisogno di strategie consapevoli e mediate dal docente.

Ma l’apprendimento in ambito scolastico ha a che fare con il processo di partecipazione e condivisione; la “classe” come baricentro della natura sociale dell’apprendimento, rappresenta con forza l’idea che è nella “comunità” che si sviluppa l’apprendimento.

 

L’APPRENDIMENTO IN CLASSE E IL POTENZIALE DELL’APPRENDIMENTO IN COMUNITA’

L’attuale orientamento delle psicologia dell’educazione considera la “classe” come comunità un elemento imprescindibile del processo di acquisizione delle conoscenze e del Sapere.

Nel nuovissimo modello KBC ( Knowledge Buildig Community) di Scardamalia  e Bereiter , l’idea portante è che gli studenti si preparino alla sfide delle società del terzo millennio attraverso un lavoro costante in “comunità di ricerca”. La conoscenza dunque, è un “prodotto” collettivo, costruito in un processo di responsabilità diffusa, individuale e collegiale

La “tessitura” della conoscenza si compone di orditi , trame, fili, composti con sapienza e pazienza, attraverso un lavoro incessante di negoziazione .

Attraverso un metodo progressivo di apprendimento delle materie, intese come linguaggi, valori e pratiche, gli studenti acquisiscono le conoscenze base a cui si sovrappongono quelli determinati dagli altri soggetti del processo di apprendimento.

Nell’ambito ,dunque, della formalizzazione della proposta scolastica si sviluppa una vera e propria “tessitura” delle conoscenza ; alle “conoscenze” accademiche apportate dai docenti , si innestano le “conoscenze” ingenue apportate dai pari e le “conoscenze” scolastico-istituzionali, determinate dagli Ordinamenti scolastici e dalla pressi pedagogico-didattiche ( ricerca di Colomb e Audigier-1999).

Vi è perciò apprendimento efficace e vera conoscenza con l’integrazione di tutti questi linguaggi, attraverso un processo continuo di negoziazione intersoggettiva; ed è proprio la “classe” e il contesto scolastico in genere l’ambiente fondamentale dove potere garantire il raggiungimento del massimo potenziale di ciascuno e di tutti, in un’operosa tessitura, ora individuale , ora collettiva della conoscenza.