Il Common Assessment Framework (CAF)

Il Common Assessment Framework (CAF)
La Scuola e il dlgs n.150/09

di Gerardo Marchitelli

 

Di solito siamo portati a costruire ragionamenti, legati alla percezione intuitiva, ai sentimenti o alle emozioni. Un approccio che riteniamo valido in quanto frutto di sensate esperienze. Il dlgs 150 del 2009, ci invita a “dare forma alla mente”, a “disciplinare le decisioni”, a “giustificarle”, a”istruirle”, ad “apprenderle nell’organizzazione” come antidoto delle pulsioni e dell’ emozioni umane. Una operazione di “rendicontazione” delle proprie decisioni, come atti tradotti in simboli, una sorte di “tessera di riconoscimento” capace di evocare la relazione tra l’oggetto concreto e l’immagine mentale, tra la conoscenza e l’azione, un certificato dei livelli di cultura della gestione delle decisioni. Sia ben chiaro, non si è di fronte alla costruzione di una intelligenza artificiale del decisore, ma alla convinzione che gran parte dei difetti di una organizzazione non è riscontrabile visivamente. Da qui la necessità di corredare, arricchire, dotare la decisione di elementi pertinenti, capaci di “orientarla”. Senza dubbio, si è consapevoli, che in ogni organizzazione vi sono conoscenze tacite difficilmente esplicitabili, e quando lo sono, non è detto che lo siano completamente. Come del resto, si è decisamente convinti, che la maggior parte della conoscenza di un individuo è tacita e non può essere esplicitata in toto e questo rende il decisore non un semplice utente all’interno dell’organizzazione-scuola, ma parte integrante del sistema, parte a cui si chiede “soltanto” di apprendere all’interno dell’organizzazione, al fine di conoscere e divenire consapevole e informato. A nessuno è dato di comprendere tutto, ma conoscere è indispensabile. In merito, Il Common Assessment Framework (CAF) è uno strumento che registra il complesso delle azioni o l’esito-valutazione di queste, annota gli approdi regolativi e autoreferenziali esistenti all’interno della scuola, la quale ha la necessità di conoscere se stessa e di avere a disposizione informazioni utili alla presa delle decisioni. “In ogni momento della vita c’è qualcosa in atto, una qualche esperienza che si sta svolgendo, una decisione da prendere”. Il CAF rappresenta l’atto in cui il pensiero del decisore si rende oggetto a se stesso, in cui il pensiero si dà un contenuto tramite il quale apprende e al contempo produce autocoscienza. Questa operazione di autovalutazione su “cio’ che si è, per decidere cosa si potrebbe essere” rappresenta la sintesi cognitiva dei processi organizzativi attivi nella scuola, in cui le innumerevoli pause, pianificate, di riflessione all’interno di essa hanno avuto lo scopo di auto-interroga-rsi , di auto-ripararsi e di auto-svilupparsi. Un modo di procedere che rende tutto il personale scolastico consapevole delle logiche sottese all’interno delle operazioni che si sviluppano nell’organizzazione-scuola. Così facendo si tende verso la qualità delle decisioni e di conseguenza in direzione di appropriate e razionali offerte, secondo i bisogni effettivi dell’utenza scolastica. La scuola, senza ambiguità, deve avere a disposizione elementi razionali capaci di:

  • specificare tutte le possibili alternative di decisione;
  • predire tutte le possibili conseguenze di ogni alternativa;
  • stimare tutte le conseguenze di ciascuna alternativa;
  • valutare la desiderabilità di ogni conseguenza;
  • calcolare quale alternativa genera l’insieme piu’ desiderabile.

Una mappa, in cui la natura dell’organizzazione, la si coglie dunque nell’azioni concrete, che non si limita a fornire un sapere statico, fine a se stesso, ma propedeutico all’agire, in quanto sprona l’Io-decisore-organizzazione-scuola a muovere verso la scoperta di sé, l’autocoscienza, l’autovalutazione e il miglioramento di “cio’ che si è, per decidere cosa si potrebbe essere”. Un ciclo dinamico di osservazione, al termine del quale il sistema non torma mai allo stato iniziale, un continuo modo di essere, in cui la velocità e l’accellerazione dei piani di miglioramento variano in funzione delle effettive esigenze dell’utenza. Un moto circolare senza fine.

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