da Il Sole 24 Ore
La pagella dei 15enni: «sei» in matematica, male in scienze e italiano
di Pierangelo Soldavini
La scuola italiana rimane indietro per efficacia dell’insegnamento nelle materie scientifiche e nella lettura, ma recupera terreno nella matematica. Il tutto in una situazione in cui si va ampliando il divario a livello geografico tra un Nord che arriva a confrontarsi con i Paesi più virtuosi e un Sud decisamente più arretrato , come anche a livello di genere. Sono questi i risultati presentati ieri dal rapporto Pisa, la rilevazione triennale dell’Ocse che misura la qualità e l’efficienza dei sistemi scolastici dei paesi membri con una indagine a tappeto sugli studenti quindicenni.
Matematica
Per quanto riguarda la matematica gli studenti italiani hanno infatti raggiunto un punteggio di 490 punti, attorno alla media dei paesi Ocse, rispetto ai 466 punti del 2003 e ai 485 punti del 2012, proseguendo un progressivo recupero che ha portato il nostro paese a superare negli ultimi tre anni gli Stati Uniti e a raggiungere Francia e Gran Bretagna a livello di performance matematica. In più la fascia un ragazzo su dieci, in linea con la media Ocse, fa parte della fascia degli studenti migliori, con un miglioramento di 3,5 punti percentuali rispetto a dodici anni prima.
Male nelle materie scientifiche
Se la situazione sul fronte dei numeri mostra segnali confortanti, i numeri non sono altrettanto positivi per quanto riguarda l’educazione alla scienza nel suo complesso. Anche se si tratta di classifiche stilate con metodo statistico, il valore della rilevazione Pisa indica un Paese che non riesci a migliorare la qualità dell’istruzione non solo alle materie ma al metodo scientifico nel suo complesso, una delle competenze chiave per le preparazione al mondo del lavoro del nuovo secolo.
La performance degli studenti italiani in materia di scienza si ferma a 481, non molto variato rispetto a nove anni prima (475 nel 2006), con un distacco di dodici punti rispetto alla media Ocse, che sale a oltre 50 punti rispetto ai migliori (Estonia, Giappone e Singapore. Gli studenti appartenenti alla fascia più elevata, quelli in grado di applicare in maniera autonoma e creativa conoscenze e competenze scientifiche a un ampio spettro di situazioni, anche sconosciute, in Italia sono limitati al 4% del totale, la metà della media Ocse.
A livello geografico la situazione si va polarizzando con le eccellenze scientifiche con performance decisamente al di sopra della media nazionale che si registrano a Bolzano, Trento e in Lombarda, su livelli che si confrontano con i paesi migliori a livello mondiale. Mentre gli studenti della Campania sono in deciso ritardo: 3o punti in meno rispetto alla media, l’equivalente circa di un anno di studio.
Forte la differenza di genere
Ma note dolenti arrivano anche dalla differenza di genere, una delle principali criticità del sistema scolastico italiano. Se nella lettura le ragazze sopravanzano i ragazzi, la situazione si inverte in campo scientifico e, anzi, la forbice continua ad allargarsi: i maschi hanno performance superiori per un punteggio arrivato a 17 punti rispetto alle ragazze, una delle differenze più alte tra i Paesi Ocse, per di più ampliata di ben 14 punti tra il 2006 e oggi. Per quanto riguarda la matematica il gap dei risultati aumenta arrivando a venti punti, anche in questo caso uno dei più larghi tra i paesi Ocse, ma in questo caso è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni. Come nel resto dei paesi oggetto della rilevazione, le ragazze in seguito prediligono una carriera nell’ambito scientifico-medico, mentre il percorso ingegneristico e informato è a grande prevalenza maschile. Anche se a quindici anni gli studenti sono ancora molto indecisi sul loro futuro, quasi un quarto dei ragazzi (il 23% in Italia, in linea con la media) ritiene che la sua futura professione avrà bisogno di ulteriore formazione in ambito scientifico.
Spesa nella media (ma in forte calo)
I risultati non certo brillanti dell’insegnamento si confrontano con una spesa che è sostanzialmente in linea con la media Ocse. L’investimento per ragazzo nella sua formazione nella scuola dell’obbligo – tra i sei e i 15 anni – è pari a 87mila dollari (calcolati a parità di potere d’acquisto), non molto distante dai 90mila dollari di media. Ma tra il 2005 e il 2013 la spesa pubblica per studente è crollata dell’11% circa (in termini reali) in Italia, mentre la spesa media Ocse è lievitata del 19%.
Tanto tempo sui libri
Nonostante tutto gli studenti italiani passano più tempo sui libri rispetto ai loro colleghi. Ogni settimana stanno a scuola in media 29 ore e poi a casa studiano per altre 21 ore, per un totale di circa 50 ore, che si confronta don una media di 44 ore. Ma molti paesi ottengono risultati decisamente migliori con meno tempo dedicato allo studio: in Finlandia la media è di 36 ore, così come in Germania, in Svizzera è di 38 e in Giappone di 41 ore.
I sistemi migliori
Singapore si conferma il miglior sistema scolastico per i risultati in ambito scientifico, seguito da Giappone, Estonia, Finlandia e Canada. Il rapporto Pisa segnala comunque che, a dispetto del significativo avanzamento della scienza e della sua rilevanza nella vita quotidiana di tutti, le performance scolastiche nelle materie scientifiche sono rimaste sostanzialmente invariate a livello globale. Nonostante questo alcuni sistemi hanno messo a segno miglioramenti significativi, a partire da Israele per arrivare a paesi come Colombia, Portogallo e Romania.
Per quanto riguarda la differenza di genere, le differenze si stanno riducendo a livello mondiale ma rimangono molto evidenti, a favore dei maschi, nella fascia delle eccellenze. Con una sola eccezione: la Finlandia è l’unico paese dove le ragazze superano i colleghi maschi nelle performance migliori