“Restaurare la democrazia”?
Delle ambiguità della “restaurazione”
di Franco De Anna
Il costrutto logico-argomentativo, per il quale, scontata tra sacrifici e serrar di cinghie una fase di durezza tecnico economica affidata agli “esperti”, si debba e possa poi tornare alla “politica” e ci si chieda, più o meno pensosamente e penosamente, il come e il se ciò possa avvenire è, a mio parere assai curioso. Da un lato appare ovvio: siamo, si dice, in una fase di “sospensione” della politica e finanche della democrazia. E si porta a prova il fatto che un Governo si formi al di fuori e anche “non ostante” la dialettica politico parlamentare “corrente”. Dall’altro, chi si interroghi con onestà intellettuale non può non chiedersi le ragioni per le quali ciò sia avvenuto e, tenendo conto di esse, quali vie per superare tale anomalia. Così fa, nel suo ultimo contributo (“Pensare al dopo Monti per “restaurare” la democraziai”) il grande amico Maurizio Tiriticco.