L’Economia del Lusso

L’Economia del Lusso

di Paolo Manzelli
pmanzelli.lre@gmail.com; www.edscuola.it/lre.html;

Quando lo sviluppo stenta a divenire un bene comune si determina un grave squilibrio tra economia e societa’ che conduce a imprevisti e spesso drastici cambiamenti della storia dell’umanita’.
Possiamo infatti constatare che sul finire delle varie epoche storiche l’ostentazione del lusso e’ emersa come ultima razionalita’ economica di una epoca storica che ha condotto a ricorrenti disastri sociali che sono stati preludio di cambiamenti storici. Cosi ad es sul finire del Medioevo si e’ assistito ad uno straordinario sviluppo della vita lussuosa di corte che fece sfoggio di lusso superfluo nel mentre la poverta’ cresceva cosiche’ lo squilibrio tra economia e societa’ condusse alla Rivoluzione Francese.
Oggi nella difficile transizione tra l’economia industriale e la economia della conoscenza, purtroppo si e ridefinita ancora una volta la dimensione asociale della economia del lusso; TV e media irresponsabilmente hanno abituato la gente ad accettare la Economia del Lusso come naturale crescita creativa delle aziende del lusso, che producono, panfili, ferrari, maserati, moda , gioielleria, divertimenti .. ecc….
Il sistema economico si e’ prodigato nel procurare i soldi necessari ai ricchi, perche’ potessero essere in condizioni di comprare i beni di lusso; a cio’ e’ servita la speculazione finanziaria che ha messo in crisi tutto il resto della popolazione. Pertanto molte sono le idee ed i concetti da cambiare promulgati dagli economisti educati dalle Universita’ a dare sostegno alla economia del lusso. La gente dovra’ riflettere con la propria testa ad es. per capire che non e vero quello che si dice attualmente che con lo “spread” si bruciano molti denari, perche’ di fatto non si brucia nulla, ma il denaro passa solo di mano dai poveri ai ricchi con un sistema sofisticato di scommesse al ribasso ed al rialzo, esercitato in modo da estrarre sistematicamente denaro dai lavoratori e trasferirlo a chi puo’ spendere e sostenere la economia della produzione del lusso.
Cent’anni fa la “Bella Epoque” caratterizzo’ il periodo della storia occidentale che precedette lo scoppio della prima guerra mondiale; tale periodo, che fini drasticamente nel 1914, fu caratterizzato da una concezione di liberta’ nell’appropriarsi di ricchezze che pochi privilegiati potevano permettersi facendo sfoggio della propria ricchezza. Oggi della “Belle Epoque ” abbiamo solo un vago ricordo. In riferimento a quella epoca rammento che mia nonna Metella, una contadina Livornese, diceva “Per fare un Ricco bisogna impoverirne tanti altri , perche’ la ricchezza e come una torta , se alcuni ne prendono piu’ di mezza agli altri rimarra’ da spartirsi solo le briciole ”.
Questa semplice concezione relativistica delle economia si basa sulla constatazione che le risorse e quindi la ricchezza non puo’ essere illimitata; quindi la ricchezza di alcuni si determina solo in seguito allo spostamento di proprieta’ di beni da alcune mani ad altre quelle che si arricchiscono. Tale relativismo economico non e stato preso in seria considerazione degli economisti moderni, che infatti si sono recentemente ritrovati nel non aver previsto la crisi strutturale pericolosamente irreversibile che oggi stiamo vivendo la quale segna la prossima fine del ciclo della economia del Lusso.
Infatti gli economisti sembra non abbiano imparato nulla dalla storia della economia-sociale nella quale si comprende che le ricchezze non crescono all’ infinito perche’ i beni primari non sono inesauribili e quindi la tensione sociale derivante dalla polarizzazione delle ricchezza in poche mani, determina prima o poi pesanti squilibri sociali che si risolvono drasticamente.
Purtroppo ignara degli insegnamenti della storia a partire dagli anni ’50 , dopo l’ Ultima guerra mondiale, l’economia occidentale ha nuovamente voluto riproporre in termini piu’ evoluti un nuovo scenario della Economia del Lusso; cio’ e’ stato possibile mediante una strategia di promozione dei marchi delle
produzioni del Lusso iniziando con il trasformare vari settori dell’artigianato in Imprese che si sono sviluppate nella nuova dimensione della economia globale.
Cosi che il Lusso nel mondo occidentale moderno e’ divenuto a disposizione di molteplici minoranze che comunque in vari anni sono cresciute numericamente e pertanto non sono state piu’ caratterizzate dalle vecchie definizioni sui ceti sociali come nella “Belle Epoque”. Infatti il Lusso si e’ articolato indistintamente tra una molteplicita’ internazionale di gente ricca di varia provenienza, imprenditori, banchieri, notai, politici, ma anche calciatori, sportivi, gente dello spettacolo, faccendieri, mafiosi ed altri.
La produzione di oggetti di lusso, che nella “Belle Epoque” era prodotta dall’alto artigianato d’arte e rivolta esclusivamente alla realizzazione di pezzi unici a tiratura limitata, adesso e’ divenuta una produzione in serie, capace di far fronte a milioni di ordini nel mercato globale.
E quindi frutto delle globalizzazione della economia la elevata potenzialita’ di crescita della moderna Economia del Lusso che ha dato origine a processi di industrializzazione delle produzioni del Lusso, che gradualmente hanno iniziato a essere in concorrenza con i prodotti di largo consumo meno titolati da prestigiosi marchi.
Infatti dagli anni 90 ad es. l’ Economia del Lusso si e differenziata in almeno tre livelli come ad es. l’industria del lusso della moda: la griffe (creazione pura, prodotti unici, perfezione materializzata); la marca di lusso (serie limitate, di semi-artigianato, realizzazione di semi lavorati); e per ultimo i prodotti di alta gamma (realizzati in serie, di elevata qualità nella propria categoria di prodotto).
Pertanto il settore dei beni di lusso ha manifestato fino di recente all’inizio della crisi strutturale contemporanea (2008) una notevole dinamicità, sia in termini di crescita della domanda che ha assunto una tendenza costante di crescita, anche per la creazione di alcuni grandi gruppi che si sono aggregati tra “firme” storiche dei settori principali del Lusso, Moda, Cosmetici, Automobili, Nautica , ecc….
Ancora oggi sembra che l’industria del lusso non conosca crisi, come sostiene la Fashion and Luxury Insight 2011, nella recente indagine della Sda Bocconi, la fondazione che riunisce le aziende dell’eccellenza italiana, alta-gamma, tendenza che e’ stata confermata nell’ultimo bimestre dal Cermes, il centro di ricerca su marketing e servizi targato dall’Ateneo milanese di cui è stato presidente l’attuale premier Mario Monti.
Ma tale errata percezione non prende in considerazione il rischio sociale causato dall’acuirsi della crisi cosi’ che la capacita di tenuta della Economia del Lusso rischia di essere vista in crescita solo a causa di una errata focalizzazione di cio’ che avviene economicamente a prescindere dalla crisi strutturale della societa’ contemporanea. Di fatto qualche anno fa, quasi nessuno voleva sentir parlare della grave crisi strutturale odierna nonostante che gli effetti della esasperazione della economia del Lusso, iniziavano relativamente a propagarsi all’economia reale della gente che lavora; purtroppo il Premier Berlusconi continuava ad infondere un ottimismo per il futuro in modo del tutto irresponsabile.
Tale resistenza politica nel voler sostenere la Economia del Lusso che permette di arricchirsi a folle internazionali di VIP, sta conducendo drasticamente all’impoverimento i tutti gli altri e cio’ di fatto rendera’ insostenibile l’economia mondiale. Proprio in quanto la poverta’ si accumula esponenzialmente rispetto alla possibilita’ che altri ricchi nel mondo possano sostenere la economia del Lusso. Infatti i vari differenziali come gli “spreads” rappresentano gli indicatori di recessione economica che rendono palese la necessita di un cambiamento che segnera’ la fine definitiva del ciclo della economa del Lusso
La Svolta ovvero il Punto di Non Ritorno
Siamo in presenza di una crisi strutturale che coinvolge l’intero sistema ecologico-umano considerato nella sua interezza.
Questo comprende un profondo cambiamento che pone:
a) l’esigenza prioritaria della equita’ economica,
b) la necessita del rispetto ecologico relativamente alle interazioni con l’ambiente naturale,
c) la riconversione socio -culturale, tendente a dare valore al lavoro e la sua evoluzione tra lavoro manuale in lavoro intellettuale.
Una rinnovata crescita del sistema e’ possibile solo favorendo un feedback positivo tra i precedenti elementi di un fondamentale cambiamento che caratterizza l’evoluzione del sistema tra la epoca industriale, ormai obsolescente, e la futura economia della conoscenza.
L’ epoca industriale, nella ricerca di profitti crescenti sulla base della competitivita’ della Economia del Lusso e’ ormai in fase inarrestabile di decrescita, che tende direttamente al collasso , infatti la innovazione
e’ stata utilizzata tramite il marketing principalmente nella direzione di favorire la produzione e vendita del Lusso, che porta al disequilibrio economico sempre piu’ acuto; pertanto il gap tra economia e societa’ pertanto decreta il limite sociale dello sviluppo e di conseguenza anche della possibilita’ di una effettiva ed ampia rinnovata espansione dei beni commerciali.
L’ Economia del Lusso comporta una inarrestabile corsa speculativa, là dove si perde la antica capacità di autoregolazione dei mercati tradizionali nel superamento delle crisi economiche ricorsive, cosa che oggi non e’ piu’ possibile proprio in quanto la speculazione finanziaria estremizza il disequilibrio economico e sociale, che e’ di fatto il deterrente fondamentale dello sviluppo sociale ed equilibrato degli scambi commerciali.
Nella crisi strutturale contemporanea e’ necessario pertanto agire in fretta nel “bloccare ogni forma di speculazione finanziaria” per riconvertire verso una rinnovata eguaglianza economica e sociale, favorire le reali opportunita’ di sviluppo; quindi sono necessarie azioni concertate per ottenere una piu’ equa redistribuzione delle ricchezze , in modo da arrestare la spirale di esclusione sociale ed economica.
Risulta evidente che lo scenario globale è sempre più quello in cui ricchezza e benessere di sempre piu’ pochi determina un vasto panorama di esclusi della utilizzazione delle ricchezze, infatti i cosi detti “nuovi poveri-disoccupati”, si contano ormai in molteplici milioni di persone nei paesi a piu’ elevata industrializzazione quali l’Europa e gli Stati Uniti, conducendo di conseguenza ad una progressiva dissoluzione dello stato sociale e quindi al una perdita di valori culturali ed ambientali che determinano la crisi strutturale che stiamo vivendo
In particolare e’ decisamente il fattore principale di decrescita della vecchia societa’ industriale, la sempre maggiore precarizzazione di un gran numero di giovani laureati e diplomati cosi che il problema della nuova povertà sta diventando socialmente sempre più grave e in continua crescita con il passare del tempo cosi che quando i giovani di oggi diverranno vecchi sara’ del tutto insostenibile.
In conclusione e’ decisivo riconvertire la Economia del Lusso che spesso e’ stata solo una questione di marketing e di reclamizzazione anziche’ corrispondere ad una reale produzione di qualità capace di dar vita al benessere sociale ed economico ed inoltre dare sviluppo al lavoro nella futura societa’ della conoscenza in un ambiente pulito e salubre e culturalmente elevato.
Altresi’ la spirale recessiva accompagnata da una inflazione in crescita, rischia a breve di rendere inutili i sacrifici prodotti dalle recenti manovre di recupero del debito pubblico .
Infatti e’ necessario capire che la crisi che stiamo attraversando e’ strutturale e cioè che è entrato in saturazione un ciclo economico dominato da vecchie modalità di produzione e di stili di vita che hanno incentivato la Economia del Lusso.
La Economia del Lusso ha infatti agito sistematicamente nel creare una separazione insostenibile nelle distribuzione del reddito, proprio al fine di sostenere la produzione ed il mercato del lusso, Infatti si è permesso di favorire il potere di acquisto di classi privilegiate anche non indagando troppo sui loro redditi in funzione dei pagamento delle tasse.
In tal modo l’ Economia del Lusso e stata sostenuta politicamente per molteplici anni, anche se la spirale di crescita verticale della Economia del Lusso determinava di concerto disoccupazione in molti altri settori della produzione e del lavoro professionale.
La casta politica, anch’essa tendente ad arricchirsi interessandosi principalmente dei propri guadagni, ha permesso di incentivare la accettazione di stili di vita tendenti ad apprezzare i consumi del Lusso, valorizzandone con la reclamizzazione e le strategie di marketing e di design della moda, quello stile di vita basato su una invidiabile vuotezza del superfluo che viene spacciata per status-symbol della creatività contemporanea .
L’ Economia del Lusso va quindi rapidamente riconvertita perché il sistema strutturale di produzione del Lusso è ormai entrato in saturazione mentre la produzione che ha nuove possibilità di crescita nel mondo globale si accentrano in altri settori chiave della innovazione tecnologica e scientifica che definiscono il passaggio tra la vecchia società industriale e la futura società della conoscenza.
Pertanto sono le componenti strutturali della economa che andranno riconvertite e liberalizzate dai privilegi in modo da consentire lo sviluppo di nuove modalità di produzione e di lavoro piu’ rispettose dell’ ambiente capaci di conseguire una sostenibilità economica duratura.
Il processo sostanziale che puo’ farci uscire dalla crisi strutturale contemporanea è quindi essenzialmente quello di riconvertile la Economia del Lusso in altre produzioni ad elevato contenuto scientifico e tecnologico tali che possano determinare prospettiva di reddittività, di impiego di laureati e diplomati di
lungo periodo, cosi’ che tale strategia di riconversione si associ a nuove possibilità di distribuzione più equa del reddito nel lungo termine senza le quali il sistema economico dei paesi industrializzati è destinato al tracollo.
Questa trasformazione della Economia del Lusso dovra’ essere esercitata co-operativamente con modalita’ dirompenti di cambiamento economico e sociale, in quanto la transizione dovra’ essere compiuta a breve e medio termine direttamente finalizzata al passaggio verso la futura economia della conoscenza.
Il rinnovato valore economico-sociale verra’ realizzato costruendo delle opportunita’ di cambiamento che creano rinnovate forme produttive che sono il frutto della creativita’ di una nuova epoca capace di “immaginazione scientifica, culturale ed artistica”, che nel loro insieme finalizzeranno la crescita nelle direzione della de-materializzazione della economia, producendo un definitivo miglioramento dell’impatto ecologico della produzione, valorizzato dalla comunicazione di impresa basata su una estesa condivisione interattiva dei saperi.
Pertanto una nuova ottica di politica economica e’ oggigiorno estremamente necessaria per rinnovare la strategia di produzione e di management innovativo della impresa, basata su competenze avanzate scientifiche e tecnologiche, anziché su quelle dei design della moda e del marketing del Lusso, ormai divenuta evidentemente socialmente insostenibile.
In questa prospettiva di riconversione del sistema produttivo ed economico il “mondo femminile” ha una grande responsabilità sociale tesa ed intenzionata a non rendere più sostenibile la deleteria Economia del Lusso in quanto la sua riconversione dipenderà principalmente dalla acquisizione di una nuova mentalità critica per il Lusso superfluo. Infatti il Lusso non potra’ più’ essere spacciato per creatività contemporanea mentre è spesso solo vestigia di packaging che determina inutili sprechi e favorisce una insana stupidaggine negli atteggiamenti della gente che si pavoneggia per essere rivestita di noti marchi delle aziende del Lusso.

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