Poveri insegnanti! Troppe sigle e poca didattica

Poveri insegnanti! Troppe sigle e poca didattica

di Maurizio Tiriticco

 

Giancarlo Cerini lamenta su FB che oggi a scuola dovremmo fare un po’ di pulizia semantica: RAV, PdM, PTOF, (POF 3.0), PNSD, Fase C, organico potenziato, IND/2012, 107, 3, SNV, NIV, NEV, CdC, PON… e così via! Condivido in pieno le sue perplessità. Non sono un laudator temporis acti, ma ai miei tempi – si dice così – insegnavo! Punto e basta! Ora il povero insegnante è impegnato per legge in mille altre attività, di cui alle sigle riportate da Cerini. Abbiamo avuto in un quindicennio e più tanti ministri, Berlinguer, De Mauro, Moratti, Fioroni, Mussi, Gelmini, Profumo, Carrozza, Giannini – se non dimentico qualcuno – e ciascuno, chi più chi meno, ha dovuto mettere le “mani in pasta”. Ma nessuno è riuscito a metter mano nelle cose che più urgono, un riordino complessivo dei cicli! In effetti, quando a una torta attendono più pasticceri, si ha soltanto un… gran pasticcio!!! Di qui, chiacchiere su chiacchiere, ammantate di belle ma oscure parole. Segnali di fumo per le scuola!

Infine arriva la 107!!! La nostra Costituzione è fatta di 139 articoli, se non erro, e disciplina da decenni la vita di un intero Paese! La 107 consta di un solo articolo… che bello!!! Potremmo dire! Nient’affatto, perché quel solo articolo consta di 212 commi! Ma che razza di legislatori abbiamo!!! E poi nessun comma conclude un oggetto, perché rinvia a un altro comma, e poi ancora ad un altro! Tant’è vero che la GU ha dovuto ripubblicare – che delirio!!! – l’intera legge con le relative note e rinvii! Ben 92 pagine fitte fitte! Siamo alla follia! I DS si interrogano e si arrovellano! Gli insegnanti scoppiano saltellando da una carta ad un’altra! Tra RAV e progetti di miglioramento… per non dire delle prove Invalsi sempre più sibilline! Una volta, invece – o tempora o mores – passavano da un’aula ad un’altra! E poi ci si mette pure l’USR a far da grancassa alla fanfara del Miur!

Intanto le competenze sono come l’araba fenice: “che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”: parafrasando il Metastasio. Competenze chiave? Boh! Competenze culturali? Ancora boh! EQF? Un altro boh!!! Intanto il mondo del lavoro non sa che farsene di diplomi che non certificano nulla. E i nostri ragazzi continuano a stare tra i banchi fino a 19 anni accumulando crediti e inseguendo punteggi e, quando ne escono, hanno un pezzo di carta, tanto ambito fino a qualche decennio fa, ma che oggi lascia il tempo che trova. E’ dal 1997 – di quell’anno è la legge di riforma dell’esame di maturità – che le competenze si dovrebbero certificare perché già da allora ce lo chiedeva l’Europa, come si suol dire!! Sarà varato presto il decreto delegato sulle competenze terminali? Ma – mi chiedo e sono cattivo – i nostri scriba del Miur, che dal ’97 hanno dormito, sanno che cos’è una competenza? Finora ci hanno sempre detto e scritto che per certificare una competenza bisogna fare aggio sui voti! Che orrore!!! Per non dire poi che i voti di norma sono dieci e andrebbero, di norma, usati per intero! Eppure da sempre nelle nostre scuole si insiste con i più, i meno, i mezzi. Ancora non abbiamo i terzi e i quarti, ma i meno meno abbondano!!! E nessuno interviene! Se ancora non sappiamo nulla di misurazione, di valutazione, né al Miur né nelle aule, che cosa presumiamo di fare in materia di certificazione? E poi non mi si venga a dire che un 14enne è competenze anche “se opportunamente guidato, svolge compiti semplici in situazioni note”! Ci faremmo curare da un dentista competente purché “opportunamente guidato”?

E ancora! E’ noto ai nostri esperti che, se intendono marciare veramente e seriamente verso le competenze, è l’intera didattica funzionale da sempre al voto che deve essere messa in discussione? In una scuola in cui da sempre c’è una confusione enorme tra misurare e valutare, sarà possibile certificare? Sappiamo tutti che ancora oggi un 2 ottenuto perché quel giorno l’alunno ha dichiarato di non essere preparato fa media con l’8 ottenuto in altra data. Ma che ci azzecca quel 2 con quell’8? Così va spesso il mondo… nella notte della valutazione degli imbrogli: parafrasando Manzoni.

Però c’è l’alternanza! Ma è una cosa vecchia! L’ha introdotta la Moratti nel 2005, sulla carta, e sulla carta resterà ancora per chissà quanto tempo! Perché fino ad oggi l’alternanza zoppica? Non basta un comma ad attivarla! Il problema è strutturale, non formale. A tutt’oggi mancano le condizioni oggettive, tranne i rari casi che conosciamo (ad esempio, l’eredità zoppicante della “terza area” e delle “aree di progetto”), perché le imprese aprano all’alternanza. E qui mi fermo… e lascio i miei lettori a districarsela con le sigle ricordate da Cerini. Poveri insegnanti dell’era della 107! Costretti a farsi assumere tre anni dopo tre anni, ad accumulare titoli e referenze per non ricadere nel buco nero dell’“ambito territoriale di riferimento”: ad accattivarsi l’amicizia e il favore del DS e del comitato di valutazione. E qui c’è pure lo studente… è bene tenerselo caro! E allora che imparino bene tutte quelle sigle! Altro che padronanza nella disciplina e nella didattica. Le sigle contano e guai a dimenticarsene una!