da La Stampa
Tablet e netbook a scuola aiutano nella lotta alla dispersione
Meno abbandoni, meno assenze, risultati scolastici migliori. Sono gli effetti benefici dell’uso quotidiano in classe di pc portatili o altri device mobili. Almeno a guardare i risultati di una ricerca sull’impatto della tecnologia della didattica presentata dall’Indire a Firenze in occasione del Primo Forum sulla Scuola del Futuro.
Si tratta di un’indagine limitata (sono stati analizzati 9 Licei, 8 Istituti tecnici e 2 Istituti professionali, per un totale di 14.152 studenti, con una media di circa 22 studenti per classe, e 1.273 docenti) che non permette di generalizzare i dati rilevati, ma dalla quale emergono – sottolineano i ricercatori – «alcune evidenze interessanti che sostengono gli sforzi di innovazione avviati».
Le scuole coinvolte in tutta Italia hanno un numero di dotazioni tecnologiche pari o superiore all’80% degli studenti e fanno un uso didattico quotidiano di computer portatili o altri device mobili. I device acquistati sono per lo più tablet e netbook e vengono utilizzati generalmente in tutte le discipline e per oltre il 50% delle ore di didattica.
Rispetto alla dispersione scolastica, i tassi di abbandono nelle scuole oggetto di indagine si attestano tra lo 0% e l’8% e quasi tutti gli istituti considerati (tranne tre casi) presentano complessivamente valori inferiori rispetto alle province di appartenenza. Un dato, questo, nettamente al di sotto della media italiana e di quella europea (17,6% Ue e 12,7% in Italia nel 2012) e dell’obiettivo fissato per il 2020 del 15-16% italiano o del 10% europeo.
Anche il tasso di assenza degli studenti in queste scuole è inferiore al tasso medio delle province di riferimento e mediamente anche gli insegnanti di queste scuole hanno una percentuale di coinvolgimento nella formazione molto più alto (quasi il doppio rispetto a quella delle scuole delle province di appartenenza).
Un altro aspetto interessante riguarda i risultati degli studenti in italiano e matematica: in queste materie, quasi tutti gli istituti dell’indagine ottengono risultati superiori, se confrontati con le scuole del medesimo ordine che hanno lo stesso livello socio-economico o con studenti che appartengono allo stesso bacino di utenza. Gli stessi istituti si contraddistinguono per le percentuali molto alte, sempre rispetto alle medie provinciali di riferimento, di studenti che si immatricolano all’Università al termine del percorso formativo: i tassi si situano tra il 60% e il 90%, a fronte del 50% a livello provinciale.
Un impatto positivo si riscontra anche nell’inserimento nel mondo del lavoro degli studenti all’uscita dei tecnici e dei professionali: a eccezione di due casi, le percentuali delle scuole oggetto di indagine vanno dal 38% al 70%, mentre le medie provinciali si attestano intorno al 40%.