da La Tecnica della Scuola
La Legge di Stabilità regala tagli sostanziosi alla scuola
Lo sostengono i parlamentari ‘grillini’: mentre il primo ministro parla di riforma “dal basso”, intanto però dall’alto arrivano sostanziosi tagli, che incidono sul funzionamento ordinario della scuola e coinvolgono docenti, tecnici, amministrativi e ausiliari”.
I parlamentari del Movimento 5 Stelle puntano il dito contro le norme sulla scuola contenute nella Legge di Stabilità approvata prima di Natale e già esecutiva con il nuovo anno.
“La scuola che riapre i battenti nel 2015 deve fare i conti con i tagli realizzati da Renzi e dal Pd nella legge di Stabilità. Mentre il primo ministro parla di riforma “dal basso”, intanto però dall’alto arrivano sostanziosi tagli, che incidono sul funzionamento ordinario della scuola e coinvolgono docenti, tecnici, amministrativi e ausiliari”, si legge in una nota dei ‘grillini’.
“Mentre il fondo di circa 500 milioni destinato alle scuole paritarie non subisce alterazioni, vengono tagliate le supplenze (200 milioni all’anno a partire dal 2016), gli esoneri e semiesoneri per i vicari (34 milioni) e salta la figura del responsabile provinciale di educazione fisica”, aggiungono i parlamentari M5s che rimandano ad un loro portale nel quale vengono indicati “tagli e regali che il Movimento ha contrastato ma che il governo ha approvato in legge di Stabilità, senza ascoltare ragioni”.
Forti critiche alla Legge di Stabilità sono giunte anche dall’Anief, secondo cui il miliardo iniziale difinanziamento per assunzioni e formazione, studentesca e del personale, non minimizza i provvedimenti nefasti che danneggeranno il personale e gli studenti: dal blocco degli stipendi dei dipendenti fino al 2015, di fatto al 2018, alla riduzione di spesa al comparto superiore al 1 miliardo; dalla sparizione della figura del vicario del preside al ridimensionamento del personale distaccato, fino alla perdita di altri 2.020 Ata. La politica dei tagli ad oltranza tocca anche gli atenei pubblici, l’Afam e gli Enti di ricerca.
Ma il sindacato guidato da Marcello Pacifico reputa soprattutto grave la scomparsa delle supplenze cosiddette ‘brevi’, che nella “Buona Scuola” costano quasi due milioni di euro e sono ritenute inutili, al punto che saranno affidate come ore di straordinario al personale in servizio dietro pagamento dal fondo d’istituto (684 milioni da ascrivere al Miglioramento dell’Offerta Formativa, il Mof), peraltro ridotto già oggi di oltre la metà dei fondi del 2011, a seguito degli ultimi interventi contrattuali (CCNL 2013, CCNL 2014).
“Con questa mossa finale – scrive l’Anief – il decremento del servizio scolastico è purtroppo garantito, perché le sostituzioni del personale in forza alle segreterie scolastiche si attueranno senza alcun interesse per la qualifica ma con il solo scopo di risparmiare: il collaboratore scolastico, infatti, farà l’assistente amministrativo, con la sua retribuzione tabellare. Confermando, in tal modo, il profondo disinteresse nel documento governativo sul personale ATA che, infatti, nella legge è oggetto di nuovi tagli, sulla linea di quanto disposto dalla Legge Tremonti-Gelmini 133/2008: la prevista cancellazione di 2.020 Ata porterà lo Stato ad assicurarsi una riduzione nella spesa di personale pari a circa euro 50 milioni a decorrere all’anno scolastico 2015/2016. Con altri risparmi che stavolta dovranno arrivare anche da un ripensamento delle commissioni e dei compensi per lo svolgimento degli esami di maturità (ulteriori 100 milioni di euro, derivanti dalla composizione di soli docenti interni agli istituti)”.