Direttiva sulla valutazione, una partenza col piede sbagliato
Giovedì 18 settembre si è svolto un incontro al Miur per l’informativa alle organizzazioni sindacali circa la Direttiva sulle priorità strategiche del Sistema nazionale di Valutazione. E’ apparso da subito chiaro come non vi fosse alcun reale margine di discussione rispetto a decisioni già assunte e riprese in un testo presentato come immodificabile. Anche in questa circostanza si conferma dunque una linea di sostanziale chiusura al confronto che in termini generali caratterizza i comportamenti del Governo, e di riflesso quelli dell’Amministrazione. Ciò è tanto più grave e addirittura insensato quando, come in questa occasione, si affrontano tematiche su cui sarebbe quanto mai indispensabile aprirsi a un all’ascolto e al dialogo col mondo della scuola, con chi ne affronta ogni giorno i problemi nel vissuto della sua esperienza professionale, stante anche la necessità di recuperare su un tema controverso come la valutazione un clima segnato da minori tensioni, per puntare a una positiva condivisione degli obiettivi e delle strategie.
Una partenza col piede sbagliato, dunque, su un argomento al quale la Cisl Scuola, da sempre, dedica particolare attenzione e impegno, convinta che una valutazione correttamente intesa e praticata possa rappresentare un fattore essenziale per la crescita di qualità del servizio scolastico.
Nel merito del provvedimento oggetto dell’incontro, l’Amministrazione ha illustrato i punti salienti della Direttiva e la tempistica che si prevede di rispettare. Con la Direttiva si dà l’avvio a processi di autovalutazione in tutte le scuole. Gli istituti scolastici dovranno redigere un Rapporto di autovalutazione, utilizzando un formato corredato di indicatori e dati comparabili, reso disponibile dall’Invalsi entro ottobre. I dati e lo stesso Rapporto saranno immessi in una piattaforma predisposta dai Servizi Informativi del Miur. Nella Direttiva si afferma che le scuole terranno conto anche delle precedenti esperienze di autovalutazione svolte in autonomia o entro progetti sperimentali. L’Amministrazione ha però chiarito che anche le scuole che stanno partecipando al progetto Vales dovranno comunque compilare il R/A secondo il nuovo modello strutturato dall’Invalsi. Il rapporto di autovalutazione sarà completato entro luglio 2015 e sarà reso pubblico mediante il portale Scuola in chiaro; sarà pubblicato anche sul sito web dell’Istituzione scolastica. La pianificazione e realizzazione del Piano di miglioramento verranno attuate a partire dall’a.s. 2015/2016. Nel luglio 2016 vi sarà un primo aggiornamento del Rapporto. Al termine del triennio tutto il processo si concluderà con la pubblicazione da parte delle scuole di un primo Rapporto di rendicontazione sociale.
La Direttiva affronta anche il tema della valutazione esterna, che riguarderà il dieci per cento delle istituzioni scolastiche. Entro marzo 2015 la Conferenza di coordinamento del SNV adotterà – su proposta dell’Invalsi – gli indicatori di efficacia e di efficienza in base ai quali selezionare le scuole da sottoporre a valutazione esterna. Però solo il sette per cento degli istituti sarà individuato in base a questi indicatori; il tre per cento verrà invece scelto con un campionamento casuale. I nuclei di valutazione saranno costituiti da esperti, selezionati dall’Invalsi, e dagli ispettori ai quali è affidato anche il compito di coordinare i nuclei. Il numero dei dirigenti tecnici utilizzato in via esclusiva in questi compiti, verrà definito con decreto ministeriale.
Nel corso dell’incontro sono stati poi esaminate le sezioni della Direttiva dedicate alle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti degli studenti e alla valutazione dei dirigenti scolastici. Per il primo aspetto, la dott.ssa Palumbo ha comunicato l’intenzione dell’Invalsi di predisporre delle linee guida per agevolare la lettura dei dati da parte delle scuole. Inoltre nel corso del triennio verrà migliorato l’utilizzo del profilo longitudinale dei dati, anche al fine di individuare il valore aggiunto.
Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, la Direttiva si limita a riprendere sostanzialmente le previsioni del D.P.R. n. 80/2013.
L’Amministrazione ha riconosciuto la necessità di un confronto con le OO.SS. circa gli indicatori per la valutazione, che saranno definiti dall’Invalsi. A questo Istituto sarà inoltre affidato il compito, nel quadro delle azioni di valutazione del sistema, di redigere un rapporto sul sistema scolastico italiano entro ottobre 2015 e per ciascun anno successivo.
Al di là delle obiezioni di metodo già evidenziate in apertura di queste note, non vi è dubbio che la Direttiva presenti diversi punti di problematicità, in primo luogo il disequilibrio tra le parti del sistema per una preponderanza del ruolo dell’Invalsi. Si lascia all’Istituto di Frascati la completa gestione del processo (individuazione di indicatori, redazioni di format, scelta di criteri, selezione di esperti, ecc.) senza che la “terza gamba” prevista dal Decreto possa in alcun modo temperare il tecnicismo che pervade il sistema. Infatti i Dirigenti tecnici attualmente in servizio sono pochissimi rispetto al compito che li attende e che è relativo alla valutazione esterna di 850 scuole. Non si comprende come potranno riequilibrare il sistema; la loro funzione, per forza di cose, sarà ridotta ad un coordinamento formale e certificatorio di quanto gli esperti Invalsi decideranno nei nuclei di valutazione.
Nell’impianto della Direttiva è completamente assente qualsiasi attenzione alla gradualità con la quale avrebbe dovuto essere implementato un processo così ampio e complesso. Le scuole, prive di ogni sostegno e consulenza del contingente ispettivo, dovranno cavarsela da sole oppure ricorrere ad istituzioni che sono distanti e non in grado di offrire il supporto che sarebbe necessario (es. l’Indire). Anche l’annunciato piano di formazione, rivolto ai dirigenti scolastici e che dovrebbe interessare anche i dirigenti tecnici e i referenti della valutazione di ogni scuola, appare appunto solo un annuncio: non sono indicate risorse né modalità di realizzazione. La Direttiva inoltre non spende neppure una parola sull’aggravio di lavoro per i docenti e i dirigenti scolastici né prevede risorse per retribuire i maggiori e gravosi impegni che si profilano.
Ma l’aspetto davvero inquietante è che il Ministero prevede sin dalle fasi iniziali del processo di autovalutazione la pubblicazione di indicatori e dati comparabili riferiti a ciascuna scuola e riportati nel Rapporto di Autovalutazione. Insomma, verranno resi pubblici i dati invalsi, sia pure semplificati e non in forma integrale, insieme a prospetti di comparazione tra le scuole. E questo prima ancora che sia data agli istituti l’opportunità di avviare il piano di miglioramento. Possiamo immaginare quale potrà essere l’effetto di questa azione di diffusione acritica e priva di analisi contestuale anche sull’orientamento delle famiglie nella scelta dell’istituzione scolastica. Preoccupante è anche l’uso di costrutti che dovrebbero avere la funzione di illuminare il significato dei dati Invalsi. Si pensi al concetto di “valore aggiunto” che si è rivelato problematico nel progetto VSQ e all’ancor più nebuloso criterio del “profilo longitudinale dei dati”, nel quale prevedibilmente dovrà essere tenuta sotto controllo una molteplicità di variabili.
La Direttiva trasuda fiducia nelle possibilità tecnologiche dei formati elettronici, della annunciata “piattaforma operativa unitaria”, del dialogo tra le banche dati che dovrebbe consentire l’integrazione di informazioni ed elaborazioni di dati provenienti da più fonti. Considerando la situazione del nostro sistema informativo (i CPIA sono ancora senza codice meccanografico!) e la scarsa reperibilità di informazioni cruciali (si pensi alla formazione professionale), l’impressione è che in realtà il Rapporto di autovalutazione verrà fortemente condizionato dai dati Invalsi che oltretutto ci restituiscono informazioni solo su alcune discipline e che certo non colgono la complessità del funzionamento di una scuola.
L’impressione che se ne ricava è che l’Amministrazione abbia perso una buona occasione per sviluppare con maggiore cautela ed attenzione un processo che pure riteniamo importante. La messa a regime del Sistema nazionale di valutazione è essenziale per la qualità dell’istruzione e, proprio per questo, non può tollerare incertezze organizzative e mancanza di chiarezza sui fondi. Soprattutto è intollerabile che non si sia presa in considerazione minimamente la voce della “quarta gamba” del sistema e cioè delle scuole, l’autonomia delle quali si riduce all’esecuzione di ordini perentori impartiti dal Ministero … e dall’Invalsi.