Il 10 settembre il ministro presenta a palazzo Chigi lo schema di decreto ministeriale recante regolamento concernente “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n.244”.
Di seguito il comunicato stampa:
Come si diventa insegnanti: ecco le nuove regole
Un anno di tirocinio per legare teoria a pratica
Attivazione solo in base alla necessità per evitare il precariato
Più inglese e competenze tecnologiche
Gelmini: “Si passa dal sapere al sapere insegnare. Con il nuovo tirocinio ci si forma soprattutto sul campo”
Cambia radicalmente la formazione iniziale degli insegnanti. Il Ministro Gelmini ha firmato il Regolamento sulla formazione iniziale dei docenti che si sviluppa, in particolare, su quattro grandi direttrici:
Il Tirocinio da svolgere direttamente a contatto con le scuole e col “mestiere” di insegnante, perché insegnare non può essere solo teoria ma anche pratica;
Il numero di nuovi docenti sarà deciso in base al fabbisogno. Fine dell’accesso illimitato alla professione che creava il precariato;
Con la fine del precariato sarà consentito ai giovani l’inserimento immediato in ruolo;
Lauree specifiche per ciascuna classe di abilitazione. Più inglese (necessaria la certificazione B2 in lingua inglese per abilitarsi) e nuove tecnologie, migliore preparazione per l’integrazione dei disabili.
“Oggi inseriamo un nuovo tassello nella riforma destinata a cambiare il nostro sistema scolastico – ha affermato il ministro Mariastella Gelmini – Un tassello fondamentale, perché riguarda la formazione iniziale dei futuri insegnanti. Prevediamo una selezione severa, doverosa per chi avrà in mano il futuro dell’Italia e sostituiamo alle vecchie SSIS un percorso di lauree magistrali specifiche e un anno di tirocinio coprogettato da scuole e università, concentrato nel passaggio dal sapere al saper insegnare”.
Il regolamento è il frutto del lavoro della Commissione presieduta dal professor Giorgio Israel, a cui è seguita un’azione di confronto con il mondo della scuola e delle associazioni per l’integrazione scolastica. L’obiettivo dei nuovi percorsi è garantire una più equilibrata preparazione disciplinare, didattica e pedagogica nel corso delle lauree magistrali e lo svolgimento di un anno di percorso, il Tirocinio formativo attivo, direttamente a contatto con le scuole.
Cambiano dunque le modalità per accedere all’insegnamento.
Con il nuovo sistema
per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria
sarà necessaria una laurea quinquennale, a numero programmato con prova di accesso che consentirà di conseguire l’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia;
sono rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche, è aumentata la parte di tirocinio a scuola ed è previsto un apposito percorso laboratoriale per la lingua inglese e le nuove tecnologie;
per la prima volta si è data specifica attenzione al problema degli alunni con disabilità, prevedendo che in tutti i percorsi ci siano insegnamenti in grado di consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali.
per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado
sarà necessaria la laurea magistrale ad hoc completata da un anno di Tirocinio formativo attivo;
è prevista una rigorosa selezione per l’ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità del sistema nazionale di istruzione, composto da scuole pubbliche e paritarie;
l’anno di Tirocinio formativo attivo contempla 475 ore di tirocinio a scuola (di cui almeno 75 dedicate alla disabilità) sotto la guida di un insegnante tutor;
rispetto al percorso SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario), si prende il meglio di quella esperienza, evitando la ripetizione degli insegnamenti disciplinari, approfonditi già nella laurea e nella laurea magistrale, per concentrarsi sul tirocinio (incrementato), sui laboratori e sulle didattiche.
Con il vecchio sistema
per insegnare nella scuola dell’infanzia e in quella primaria bastava la laurea quadriennale a ciclo unico con test d’accesso al primo anno e la scelta, dopo un biennio comune, dell’abilitazione per la scuola primaria o per la scuola dell’infanzia;
per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado erano necessarie la laurea magistrale e 2 anni di SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario).
Dalle SSIS al Tirocinio formativo attivo: si passa dal sapere al sapere insegnare
Chiudono le SSIS per le secondarie di primo e secondo grado e al loro posto si dà vita al Tirocinio Formativo Attivo della durata di un anno, terreno di incontro tra scuola e università. Durante il Tirocinio sarà dedicato ampio spazio all’approfondimento della didattica con esperienze sul campo che facilitino il passaggio dal sapere al sapere insegnare.
Tirocini: come e dove svolgerli. Il numero deciso in base al fabbisogno di insegnanti
In questo Regolamento è stato dato pieno riconoscimento al sistema nazionale dell’istruzione (formato dalle istituzioni scolastiche statali e paritarie), tanto nel coinvolgimento nei tirocini quanto nel calcolo dei fabbisogni del personale docente, e si inizia a prevedere la possibilità di svolgere tirocini anche nelle strutture di istruzione e formazione professionale dove è in atto la sperimentazione dell’obbligo formativo e nei Centri per l’istruzione degli adulti.
Inoltre gli Uffici scolastici regionali organizzeranno e aggiorneranno gli albi delle istituzioni scolastiche accreditate che ospiteranno i tirocini sulla base di appositi criteri stabiliti dal Ministero, evidenziandone buone prassi e specificità. Gli USR avranno anche funzione di controllo e di verifica sui Tirocini. Sino alla costituzione degli albi, le Università scelgono liberamente le scuole, di concerto con gli USR che mantengono compiti di vigilanza.
Il consiglio di corso di tirocinio, che prevede la presenza di scuola e università, ha compiti di coordinamento e di progettazione e rappresenta il terreno di incontro e di raccordo tra le due realtà.
Le commissioni di abilitazione prevedono un equilibrio tra scuola e università e un peso determinante del tirocinio e della prova didattica sul voto di abilitazione.
L’anno di tirocinio prevede forme di interazione e coprogettazione del percorso tra istituzioni scolastiche e atenei. E’ stato previsto uno specifico spazio di laboratori destinati ad approfondire quanto viene fatto in classe.
Formazione insegnanti di sostegno
È previsto che la formazione dei docenti per il sostegno sia posta in capo alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore, in attesa di una futura classe di concorso che qualifichi il servizio.
Percorsi di specializzazione CLIL
Sono previsti percorsi di specializzazione per il CLIL (insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado di una materia non linguistica in lingua straniera).
Rivista la classe di abilitazione strumento musicale
Il sistema Afam concorre a pieno titolo alla formazione iniziale dei docenti nelle classi di abilitazione di propria competenza. In particolare è stato rivisto il percorso di abilitazione per lo strumento musicale.
Regime transitorio
Tutti i vecchi laureati potranno conseguire l’abilitazione per la secondaria di primo e secondo grado accedendo, dietro il superamento delle prove di accesso (test preselettivo, esami scritti e orali), all’anno di Tirocinio formativo attivo a numero programmato, che potrà essere attivato da questo anno accademico. Per l’accesso al percorso è valorizzato il servizio svolto a scuola, il dottorato di ricerca e l’attività svolta in università.
Il regolamento sulla Formazione iniziale, dunque, punta a raggiungere quattro obiettivi:
focalizza nella formazione iniziale non solo le materie tradizionali ma l’acquisizione di alcune competenze trasversali: seconda lingua inglese e competenze di didattica attraverso le nuove tecnologie;
sostituisce al sistema SSIS strutture più snelle, concentrate sull’incontro e sulla coprogettazione tra istituzioni scolastiche e università evitando autoreferenzialità, costi per il sistema e per gli studenti e abbreviando di un anno il percorso di abilitazione per la scuola secondaria;
prevede una programmazione dei numeri in grado di evitare la proliferazione del precariato;
prescrive una rigorosa selezione del futuro personale docente.
Con successivo decreto si stabiliranno le lauree magistrali relative al secondo ciclo dell’istruzione, per seguire il percorso di cambiamento del secondo ciclo e delle relative classi di concorso.
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