Il 18 novembre il relatore ASCIUTTI (PdL) riferisce sulle audizioni svolte dall’Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, con riferimento all’atto n. 132. Comunica in particolare che martedì 10 novembre sono state audite le organizzazioni sindacali e quelle rappresentative dei dirigenti scolastici, che hanno sollevato alcune preoccupazioni comuni, a partire dai tempidi approvazione della riforma e dalla conseguente informazione alle famiglie. Pur con le prevedibili difficoltà del momento di avvio, molte organizzazioni hanno tuttavia sottolineato l’esigenza di non rinviare ulteriormente il riordino, mentre unanime è stata la richiesta di applicarlo solo dalle classi prime, escludendo le classi seconde. E’ stata altresì invocata la definizione di modalità più chiare per i passaggi da un segmento formativo all’altro. Diverse organizzazioni si sono poi soffermate sull’esigenza di misure di accompagnamento adeguate tra cui l’organico funzionale pluriennale di istituto, come del resto segnalato nella relazione introduttiva, al fine di garantire la prevista flessibilità. E’ stata inoltre sottolineata l’inopportunità di far confluire tutti gli istituti d’arte nel sistema liceale, atteso che molti di essi hanno invece una vocazione più professionale, ipotizzando un coinvolgimento dei collegi docenti nella decisione. Al riguardo, egli conviene sull’estrema differenziazione a livello territoriale e quindi si dichiara d’accordo a rimettere la scelta al collegio docenti, paventando tuttavia qualche difficoltà di carattere organizzativo e programmatorio. Il relatore fa presente altresì che sono stati espressi giudizi positivi nei confronti della riduzione del tempo scuola, pur con il rilievo connesso all’esigenza di uniformare tutti e cinque gli anni sulle 30 ore. Tutte le organizzazioni hanno infine lamentato i pesanti tagli al settore e rimarcato l’esigenza di una forte riqualificazione del personale.
Con riferimento ad alcune richieste specifiche, il relatore comunica che la Gilda ha rimarcato l’urgenza di riordinare gli organi collegiali della scuola, ormai anacronistici, e di non reintrodurre la frammentarietà degli indirizzi con un uso indiscriminato della quota di autonomia, mentre l’ANP ha espresso parere favorevole all’insegnamento in lingua straniera di una materia non linguistica, all’alternanza scuola-lavoro (richiamata invero anche da altre organizzazioni) e alla pari dignità dei diplomi. Ha lamentato invece che i sei licei siano troppo diversi uno dall’altro, essendo mancato quello sforzo unificatore che ha caratterizzato il riordino di tecnici e professionali. La Rete della comunicazione didattica ha poi rivolto un accorato appello a non trascurare l’esigenza di ammodernamento del liceo classico gentiliano sottesa alle numerose sperimentazioni sviluppatesi negli ultimi decenni.
Mercoledì 11 novembre l’Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi ha audito invece le organizzazioni rappresentative dei genitori, che si sono espresse a favore di un riordino del secondo ciclo, seppur con alcuni distinguo, e hanno posto in luce l’esigenza di assicurare continuità nelle riforme e di investire su orientamento e formazione. Da più parti è stata anche evidenziata la necessità di chiarire lo spirito pedagogico del riordino.
In dettaglio, secondo l’AgeSC è positiva la riduzione degli indirizzi per contenere la frammentazione, ma occorre più chiarezza nella distinzione tra discipline obbligatorie, opzionali e facoltative. Hanno inoltre chiesto un chiarimento sulla possibilità per le scuole di integrare i piani di studio, sottolineando l’esigenza di un maggiore controllo. Il MOIGE ha ritenuto condivisibile la scelta in favore della qualità del tempo scuola a discapito della quantità, attuata attraverso la riduzione del carico orario, e ha poi posto l’accento sull’insegnamento dell’italiano, dell’inglese e di una seconda lingua comunitaria, auspicando che la riforma rifugga da mere logiche sindacali. Il FAESha ribadito il ruolo della famiglia nell’orientamento, in qualità di primo soggetto educativo. Con riferimento all’articolo 2 dello schema di regolamento sui licei, ha ritenuto che l’identità di tali istituti non passi solo attraverso la misurazione di competenze, conoscenze e abilità, ma sia il frutto di una concezione dell’uomo nella sua globalità. Si è quindi soffermato sul tema delle competenze, illustrando alcune osservazioni dettagliate in merito agli articoli 2, comma 5, 10, comma 2, e 12 commi 1 e 3. In proposito ha proposto, fra l’altro, di rendere obbligatoria per le università la comunicazione alle scuole degli standard dei test di ingresso, di rappresentare anche le scuole paritarie all’interno dell’istituendo Comitato nazionale per l’istruzione liceale e di estendere l’attività dell’Invalsi anche alla scuola secondaria di secondo grado. L’AGE ha invitato a richiamare nel regolamento le parti più significative del decreto legislativo n. 226 del 2005, giudicando tuttavia riduttiva l’attenzione che l’atto dedica all’insegnamento di una lingua europea aggiuntiva all’italiano e all’inglese. Nel sollecitare una maggiore valorizzazione di Cittadinanza e Costituzione, l’Associazione ha invitato peraltro ad introdurre nell’articolo 10, comma 4, la definizione di autonomia scolastica contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, reputando superflua la creazione del comitato scientifico. Si è inoltre espressa a favore di dotazioni economiche più consistenti e ha chiesto a sua volta che la riforma non si applichi anche classi seconde funzionanti nell’anno scolastico 2010-2011.
Il relatore rende noto altresì che ieri sono state audite le organizzazioni rappresentative dei docenti nonché i rappresentanti della sperimentazione ERICA degli istituti tecnici. Tutte le associazioni hanno chiesto che il riordino parta solo dalle classi prime e non anche dalle seconde, l’adozione di misure di accompagnamento nonché un’adeguata formazione dei docenti. Alcuni auditi hanno poi addirittura chiesto il rinvio di un anno.
Quanto alle richieste specifiche, l’ADI ha lamentato l’eccessiva rigidità dei licei e ha sostenuto che i licei artistici dovrebbero invece essere qualificati come istituti tecnici, nei quali dovrebbe confluire anche l’insegnamento della danza e della musica. Pur pronunciandosi a favore della riduzione delle ore, ha affermato che non si può ridurre l’orario mantenendo lo stesso numero di discipline. Ha poi ritenuto che i nuovi licei mortifichino le competenze scientifiche e che il latino dovrebbe diventare una specialità studiata perciò da meno studenti ma meglio. La FIDAEha manifestato il suo favore per una quota di flessibilità uguale nel corso dell’intero quinquennio e ha posto il problema delle modalità di valutazione dei crediti scolastici al fine del passaggio da un percorso ad un altro. Ha precisato indi che la composizione dei comitati scientifici dovrebbe essere a vantaggio della componente scolastica. L’AID si è soffermata prevalentemente sugli istituti tecnici e professionali, lamentando comunque carenze e inesattezze nella relazione tecnica di accompagnamento agli atti. L’AND ha rilevato che ai dipartimenti devono essere attribuite specifiche funzioni e si è dichiarata contraria ai comitati scientifici che potrebbero sovrapporsi ai collegi dei docenti. Ha poi invitato a potenziare gli insegnamenti obbligatori, giudicando addirittura troppo ampia la classificazione in sei licei. Ha affermato altresì che il numero previsto in prima applicazione per le sezioni del liceo musicale e coreutico è troppo esiguo rispetto a quello dei conservatori. Al riguardo, il relatore dichiara invece che il numero stabilito è per il momento sufficiente, salvo una rivalutazione dopo qualche anno di avvio. Dichiarandosi favorevole all’insegnamento nel V anno di una materia in lingua straniera, l’AND ha sollecitato altresì un chiarimento circa i docenti che avranno tale compito. Ha lamentato infine l’eliminazione della geografia economica. L’ANIES ha segnalato criticamente che il liceo classico non prevede opzioni, a differenza degli altri licei: rischia perciò di essere anacronistico tanto più che fino ad ora si è evoluto anche con l’introduzione del Piano nazionale di informatica e della lingua straniera nel quinquennio. Ha invitato perciò ad una rimodulazione del liceo classico, valutando se le ore di latino possano essere quanto meno rapportate a quelle di greco, senza perdere lo spazio per altre materie come la matematica e la lingua straniera.
La DIESSE ha invocato maggiore chiarezza nella definizione di insegnamenti obbligatori, opzionali e facoltativi. Con particolare riferimento al liceo scientifico, ha rilevato un’eccessiva attenzione alla concezione etica della scienza a discapito dell’esperienza diretta dei fenomeni naturali. Ha poi manifestato il suo favore per il richiamo all’EQF, chiedendo di precisare la compatibilità del riordino con il preannunciato indirizzo di riforma sull’organico funzionale. Il CIDI ha deplorato l’assenza di un biennio unitario orientativo per tutti i percorsi nonché la distinzione tra sapere e saper fare. Ha poi domandato assicurazioni circa le risorse, giudicando il riordino lontano dalle esigenze dei ragazzi. L’AESPI ha stigmatizzato la divisione in due bienni e in un ultimo anno, ritenendo ancora troppo vasta la gamma dei licei. Ha espresso una posizione contraria a quella dell’ADI circa l’insegnamento del latino precisando che dovrebbe essere insegnato a tutti, anche nei licei musicali e artistici, e non solo nel primo biennio. Si è espressa negativamente sulle opzioni scientifico-tecnologica del liceo scientifico e economico-sociale del liceo delle scienze umane. Ha poi manifestato un avviso contrario all’affiancamento dell’indirizzo coreutico nei licei musicali, reputando preferibile un suo spostamento nei professionali. Il CNADSI ha concordato con l’AESPI circa la critica alla suddivisone tra due bienni e anno terminale. Ha giudicato più problematico l’inquadramento del liceo classico, il cui quadro orario necessiterebbe di un’ora in più di greco nel IV anno. Quanto al liceo scientifico, ha proposto l’incremento delle ore di filosofia nel triennio (da 2 a 3), lamentando la povertà culturale dell’opzione scientifico-tecnologica. Infine ha invitato a sostituire la dizione “scienze motorie” con “educazione fisica”. La FNISM ha posto l’accento sull’esigenza di una logica di sistema e sul carattere trasversale dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Ha inoltre valutato poco innovativi i nuovi licei, precisando che la lingua straniera dovrebbe essere insegnata per l’intero quinquennio. Ha manifestato condivisione sull’insegnamento di una materia in lingua straniera, sottolineando a sua volta la necessità di una riforma degli organi collegiali. L’UCIIM si è associata alla FNISM sulla natura trasversale dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Ha poi suggerito l’insegnamento di una materia in lingua straniera anche negli anni antecedenti all’ultimo, lamentando che nel liceo classico e artistico nel primo biennio mancano alcune discipline necessarie per la formazione delle competenze richieste a livello europeo.
L’ANIEF ha criticato il “sacrificio” del profilo economico-giuridico, diventato facoltativo nel solo liceo delle scienze umane, la cui identità è ritenuta poco chiara poiché c’è poco spazio per le discipline caratterizzanti. Ha sostenuto altresì che l’indirizzo scientifico-tecnologico dovrebbe essere la regola e non un’opzione, apprezzando l’introduzione del liceo musicale e coreutico. Ha poi espresso rammarico per il mancato riconoscimento di uno status proprio all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, giudicando inoltre positivamente che una materia venga insegnata in lingua straniera; a tale ultimo riguardo ha proposto che le materie vengano scelte tra quelle che non comportano la padronanza lessicale (come ad esempio una disciplina scientifica).
Questa mattina, prosegue il relatore, sono stati infine auditi i rappresentanti di Confindustria i quali si sono soffermati più diffusamente sull’istruzione tecnica. Quanto ai licei, hanno riscontrato un equivoco di fondo nell’opzione scientifico-tecnologica del liceo scientifico che rischia di mortificare l’esperienza fino ad ora acquisita dagli istituti tecnici, nei quali peraltro era potenziata la didattica laboratoriale.
Avviandosi alla conclusione, il relatore dà conto anche del parere reso dalla Conferenza unificata per quanto concerne il riordino dei licei, espresso in data 29 ottobre e trasmesso formalmente l’11 novembre. In particolare, la Conferenza delle Regioni ha reso un parere negativo a maggioranza, ad eccezione del Veneto e del Molise che hanno espresso in parere favorevole; la Lombardia e il Friuli hanno espresso parere favorevole con la richiesta che “per quanto riguarda il liceo musicale e coreutico sia quantificata a livello regionale la previsione di attivare in prima applicazione a livello nazionale 40 sezioni musicali e 10 coreutiche”. L’ANCI e l’UNCEM hanno espresso un avviso positivo, mentre l’UPI ha prodotto un documento unico sui tre atti, lamentando in merito ai licei la mancanza di unitarietà complessiva del nuovo assetto in presenza di un quadro orario molto differenziato. L’UPI ha poi rilevato criticamente che il riordino dovrebbe applicarsi solo per le prime classi e non anche per le seconde e che la riforma degli ordinamenti non è priva di impatto economico per le province.
Il senatore PETERLINI (UDC-SVP-Aut) rivolge un sentito ringraziamento al relatore Asciutti per l’analitica disamina svolta delle diverse posizioni rappresentate dagli auditi.
Il seguito dell’esame congiunto è rinviato.
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