Verso una scuola dai calzoncini corti
di Enrico Maranzana
Il superamento del centralismo e la valorizzazione dell’autonomia delle scuole sono tesi ricorrenti, condivise ma .. solo nominalmente. Situazione resa evidente dalla sovrapposizione dei postulati di molti politici, sindacalisti e commentatori alle loro dichiarazioni ufficiali. Un eloquente esempio è fornito dal regolamento di valutazione del sistema scolastico, benevolmente accolto e senza contestazioni, nonostante prefiguri una scuola eterodiretta.
La dimostrazione dell’assunto avverrà attraverso l’immersione del decreto ministeriale nel sistema di regole in cui vivono le scuole, attribuendo alle parole il significato loro assegnato dalle norme vigenti. L’argomentazione prende avvio dall’incipit del regolamento che, “in particolare”, richiama l’art. 1 della legge 27 dicembre 2006 n. 296 che, al comma 610, dichiara di operare “Allo scopo di sostenere AUTONOMIA SCOLASTICA”.
Il DPR 275/99 al comma 2 dell’articolo 1 stabilisce che “l’autonomia scolastica si sostanzia nella PROGETTAZIONE e nella realizzazione di interventi di EDUCAZIONE, FORMAZIONE e ISTRUZIONE”
L’art. 2 della legge 28 marzo 2003 n. 53 dal titolo “Sistema educativo di istruzione e di formazione” specifica il significato dei termini utilizzati:
la formazione riguarda la promozione di competenze generali “adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”. L’educazione consiste in attività mirate a “sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali”, capacità derivate dai traguardi formativi. L’istruzione garantisce l’unitarietà del servizio facendo convergere tutti gli insegnamenti verso traguardi comuni.
Il DPR 275/99, inoltre, pone la progettualità a fondamento della vita delle scuole. Progettare implica la circostanziata descrizione dei risultati attesi, l’ideazione di itinerari risolutivi, il confronto esiti..obiettivi per capitalizzare le informazioni contenute negli scostamenti rilevati.
Abissale la distanza tra il modello di scuola che il DPR sull’autonomia prefigura e l’art. 6 del regolamento. Il punto a) del comma 1) recita: “autovalutazione – analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili dal sistema informativo del Ministero, delle rilevazioni sugli apprendimenti e delle elaborazioni sul valore aggiunto restituite dall’Invalsi, oltre a ulteriori elementi significativi integrati dalla stessa scuola“; formulazione che presuppone l’incapacità delle scuole di governare i processi di apprendimento gestendo direttamente le attività di controllo.
In rete è visibile “Coraggio! Organizziamo le scuole” che mostra come affrontare e risolvere il problema, nel rispetto delle regole del gioco.