La legge: un riferimento certo
di Enrico Maranzana
Si è tenuto a Lecce, a fine maggio, il convegno nazionale su riordino e nuove tecnologie; Maurizio Tiriticco ha tenuto una relazione in cui ha avanzato alcune idee che meritano di essere analizzate e approfondite.
“Non bisogna mai perdere l’insieme” .. “non parliamo più di scuola, è scorretto parlare di scuola” .. “oggi viviamo in una società così complessa in cui la scuola e l’istruzione costituiscono un sistema, un sottosistema del sistema paese”. Essenziale la successiva precisazione; “Ci sono tre aggettivi molto importanti educativo, istruzione e formazione”: un sistema è un aggregato di elementi, unitario, strutturato, orientato; se non si esplicita la sua finalità, la comprensione, la gestione, il controllo delle sue dinamiche è impossibile. La questione aperta è: cosa deve intendersi per formazione, per educazione, per istruzione?
“Ricordate nel 2001 si è riformato il titolo 5 della costituzione per cui sono nati due sistemi, uno è il sistema dell’istruzione che è di competenza dello Stato l’altro è il sistema della formazione che è competenza delle regioni. Quando parliamo di questo sistema possiamo dire che l’istruzione è di competenza dello Stato, la formazione è di competenza delle regioni”: si tratta di una proposizione ingannevole in quanto l’art. 117 della costituzione recita: “Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: …istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dell’istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi”. L’aggettivo “professionale” limita, ridimensiona e contraddice l’assunto dell’oratore. Il problema del significato di formazione, d’istruzione e di educazione è ancora aperto.
“Ciò che unisce la formazione e l’istruzione è l‘educazione .. educazione alla cittadinanza” “Istruzione .. la scuola istruisce in determinate discipline”: si tratta d’indicazioni generiche, condizionate da antichi e superati riferimenti.
L’educazione attiene ai processi d’apprendimento che rimandano alle dinamiche comportamentali dei giovani, la formazione si riferisce all’ambiente con cui lo studente interagirà, l’istruzione è la risultante del coordinamento degli insegnamenti, l’agente propulsivo dell’apprendimento. Per la determinazione del valore dei tre concetti è necessario specificare la tipologia del rapporto gerarchico che li unifica:
- La sequenza educativo-istruzione-formazione è tipica delle attività etiche, mirate a plasmare i giovani rispetto al modello d’uomo a cui si ispirano. L’insegnamento impartito nei seminari risponde a tale impostazione: i giovani sono da plasmare rispetto alla norma rivelata.
- Il concatenamento istruzione-formazione-educazione, che ben si intaglia in situazioni statiche, conduce alla professionalizzazione, all’addestramento. L’insegnamento universitario e quello professionale rispondono a tali esigenze: i giovani devono uniformarsi allo stato dell’arte.
- La progressione formazione-educazione-istruzione poggia sul presupposto che l’individuo trova la sua identità all’interno della società di cui è parte. Ne discende che l’insegnamento non ha più nei libri di testo l’unico e principale riferimento: la conoscenza è strumentale rispetto alla promozione di capacità e di competenze, i nuovi traguardi dell’istituzione. I giovani avranno successo nella società grazie allo sviluppo e al potenziamento delle loro inclinazioni e delle loro potenzialità.
L’organizzazione scientifica delle scuole, fondamento del vigente sistema di regole, si ispira alla terza successione: sono stati costituiti tre organismi per affrontare le tre funzioni. Il consiglio di istituto sovraintende al rapporto scuola società e “elabora e adotta gli indirizzi generali” e li esprime in termini di competenze generali. Il collegio dei docenti “cura la programmazione dell’azione educativa” definendo i traguardi in termini di capacità e governando il servizio grazie al feed-back. Il consiglio di classe ha la responsabilità dell’istruzione: far convergere tutti gli insegnamenti verso i traguardi indicati dal collegio.
Ne consegue che l’esortazione “parole magiche educazione formazione istruzione che ciascun insegnante deve avere bene in testa” è da proiettare in questo contesto integrandolo con la parola progettualità: i docenti partecipano alla vita scolastica sia collegialmente, sia individualmente.
“Terminalità finale è quella dell’esercizio di una vera e propria competenza .. oggi la nuova scuola si fonda proprio su questo: conoscenze – abilità – competenze”. L’art 2 della legge 53/2003 fornisce un’indicazione differente: “È promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, ATTRAVERSO conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europee”.
La categoria “capacità”, stella polare della progettazione educativa, è stata dimenticata!
“Sulle conoscenze i discorsi sono abbastanza chiari, se dico il teorema di Pitagora li siamo nel mondo della conoscenza”: un approfondimento è necessario. Il riferimento al teorema di Pitagora evoca la sua formulazione che è conclusione e sintesi di un percorso di ricerca.
Conoscerlo non implica solo la sua enunciazione e applicazione, significa anche e sopratutto collocarlo nella storia, percepire il problema generativo, apprezzarne il metodo risolutivo. Le potenzialità educative di questa “occasione matematica” sono figlie dalla ridefinizione del concetto di disciplina. Essa non è da concepire come la rappresentazione del contenuto dei sacri testi; deve essere invece immaginata come una spirale che evolve affrontando problemi nuovi, aggredendoli con rigorosità metodologica, sistematizzando i risultati. Questi costituiscono il trampolino di lancio per la cattura di nuove questioni.
Riamando in rete a “Lab. di matematica: Pitagora” che mostra la strumentalità dell’argomento di geometria rispetto alle mete formative/educative dei vigenti programmi della scuola secondaria di primo grado.