La prova scritta, a carattere nazionale, nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione si svolge, per l’anno scolastico 2011/2012, per l’intero territorio nazionale ed in sessione ordinaria il giorno 18 giugno 2012, con inizio alle ore 8.30
Miur, concluse le prove INVALSI per le scuole secondarie di I grado
Ugolini: “Prove utili per migliorare la preparazione dei nostri studenti”(Roma, 18 giugno 2012) Si è svolta in maniera regolare la prova nazionale INVALSI nell’ambito dell’esame di Stato per le scuole secondarie di primo grado che ha coinvolto 587.518 studenti.
La prova INVALSI all’interno dell’esame di stato a conclusione del primo ciclo è stata introdotta nel giugno 2008. Fino ad allora non esisteva nella scuola italiana una prova unica e comparabile su tutto il territorio nazionale. Le due principali aree disciplinari oggetto di esame sono state italiano e matematica. I principali aspetti indagati sono stati la capacità di comprendere e argomentare un testo, la conoscenza lessicale e grammaticale, la capacità di risolvere problemi e le abilità logiche e inferenziali.
Le prove, costruite tenendo conto delle indicazioni vigenti, sul modello di quelle usate per le indagini internazionali, collocano i risultati su diversi livelli, presentando domande con differenti indici di difficoltà. In questo modo le istituzioni scolastiche possono confrontare il livello di apprendimento dei propri studenti rispetto alle altre scuole del territorio nazionale.
“La valutazione – ha dichiarato il Sottosegretario Elena Ugolini – non è un fine ma uno strumento, peraltro imprescindibile. Lo scopo è migliorare la preparazione dei nostri studenti. Una prova nazionale che permetta di avere dei risultati comparabili, aiuta ogni singola scuola ad avere un punto di paragone esterno per capire i propri punti di forza e di debolezza e consente ai ragazzi di confrontarsi con i loro coetanei a livello nazionale. Questa valutazione non sostituisce quella formativa, interna, che spetta solo ai docenti nel loro lavoro quotidiano, ma permette di uscire da un ‘autoreferenzialita’ che sicuramente non aiuta la scuola a diventare quell’ ascensore sociale capace di mettere a frutto i talenti e, agli studenti, di acquisire gli strumenti per proseguire con successo gli studi “.