FISH: Comunicati 16 ottobre 2008

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FISH: Comunicati 16 ottobre 2008

Messaggiodi edscuola » 17 ottobre 2008, 7:56

Permessi Legge 104/1992

la FISH vuole un confronto



In 16 anni l’articolo 33 della Legge 104 è stato oggetto di oltre 100 provvedimenti fra modifiche legislative, circolari applicative ed esplicative degli istituti previdenziali e dei Ministeri, pareri del Consiglio di Stato e sentenze della Corte Costituzionale. Senza contare la giurisprudenza ordinaria. Una produzione che la dice lunga sulla “confusione” normativa attorno ai benefici previsti per i lavoratori che assistono un familiare con handicap grave. Una confusione che è la prima causa delle elusioni - odiose – e delle furberie, ma anche del mancato riconoscimento dei benefici a chi ne ha effettivamente diritto.



Le ripetute proposte avanzate in queste settimane dal Ministero per la Funzione Pubblica, vanno nella stessa direzione: introdurre nuove clausole, fissare bizzarre condizioni, colpire nel mucchio. Una logica che non produrrà i risultati che il Ministero si attende, ma che produrrà solo aggravi per la stessa Pubblica Amministrazione, disagi gravi per chi ha effettivamente necessità di quell’aiuto disorientamento.



La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, tornando al dettato normativo dell'intera Legge 104/1992, ritiene – senza timori di smentita – che i permessi lavorativi previsti dall’articolo 33 siano una misura a favore della persona con grave disabilità e non degli stessi lavoratori, misura che andrebbe calibrata anche a seconda del bisogno.

I permessi non sono né possono essere considerati un “risarcimento” o una “compensazione” per la presenza di una persona disabile in famiglia, ma una opportunità in più per poter assistere e supportare materialmente la persona con grave disabilità o per potergli consentire di essere protagonista della propria vita.

È un concetto – quello sancito dal Legislatore - che deve essere di guida sempre: sia per i lavoratori, sia per le associazioni, che per il Parlamento. Questo principio che va tutelato e da questo principio derivano ricadute operative: se un lavoratore assiste effettivamente il familiare gravemente disabile i permessi gli vanno accordati. Ma se non lo assiste, dimostratamente, i benefici gli vanno revocati.

I danni che provocano le elusioni colpiscono l’efficienza della Pubblica Amministrazione e il tessuto produttivo. Ingenerano odiose stigmatizzazioni nei confronti di chi ha effettivamente bisogno. La FISH, quindi, non può che rigettarle e favorire l’adozione di misure – credibili, però – che impediscano tutti gli abusi e garantiscano la certezza di un diritto.



La FISH ha le idee chiare, ha soluzioni sostenibili ed efficaci da proporre, ma quando ha cercato il dialogo su basi serie, non è stata ascoltata. Nel frattempo continuavano a proliferare proposte inconcludenti e a tratti ottusamente vessatorie.



In questa situazione estremamente confusa, e pericolosa, la FISH non può che ribadire la propria responsabile disponibilità ad un confronto, ma – con altrettanta fermezza – dichiarare la propria intenzione ad una mobilitazione in occasione della discussione dei prossimi ennesimi emendamenti di modifica della Legge 104/1992.

Il Presidente
Pietro Vittorio Barbieri
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Si torna alle classi differenziali!

Messaggiodi edscuola » 17 ottobre 2008, 8:48

Si torna alle classi differenziali!
La FISH contro la mozione della Lega

Un brutto colpo per il Parlamento italiano. In una sera si sono convertiti in carta straccia i più
significativi Trattati internazionali, e un bel pezzo della nostra storia nazionale, quella più civile.
La Camera ha approvato la mozione sulle classi ponte sponsorizzata dalla Lega. I 246 voti contrari,
non possono davvero consolare in uno scenario così fosco.
Un atto gravissimo che ci umilia e ci preoccupa, come cittadini da sempre impegnati nella promozione
dei principi della non discriminazione e dell’inclusione sociale, per la deriva che un provvedimento
come questo potrebbe generare in un momento in cui lo stesso presidente Giorgio Napolitano, alla
presenza di Benedetto XVI, ha avvertito la necessità di lanciare un allarme razzismo.
Si torna alle classi differenziali! Il nostro Paese, che è stato un esempio – pur con tutte le criticità del
sistema – in tutto il mondo per il coraggio di una legge che più di trenta anni fa si proponeva l’obiettivo
di creare una scuola inclusiva per tutti. In particolare per gli alunni con disabilità fino ad allora sgregati
in istituti e classi speciali. Gli intenti espressi da quell’emendamento ritornano a separare nel luogo
più deputato alla crescita ed al confronto.
Quella dell’On Roberto Cota, il quale ha paradossalmente dichiarato che “le classi di inserimento sono uno
strumento per garantire l'integrazione”, è una visione rovesciata della storia della lotta all’esclusione, che non
ha fatto che testimoniare quanto sia vero il contrario di quanto da lui sostenuto.
Non meno inquietante la dichiarazione dell’On Paolo Romani: la presenza di alunni stranieri in una
classe rallenta la didattica degli altri, una considerazione utilizzata anche per gli studenti con disabilità
dai fautori del ritorno alle classi speciali. Il Sottosegretario allo Sviluppo Economico dimentica che
l’approccio anti discriminatorio è frutto della cultura liberale che attraversa gli Stati Uniti che considera
il melting pot un vero e proprio fattore di sviluppo e di sana competizione. In quel Paese è il merito a
dominare, non la categorizzazione sociale pregiudizievole al limite del razzismo.
L’auspicio della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap è quello che la
maggioranza, nella quale non è mancato chi ha dimostrato la sua avversità a questa mozione, possa
sospendere una decisione dai tratti così marcatamente discriminatori, in contrasto con i principi di
piena inclusione dei bambini figli di lavoratori migranti in Italia. Ci auguriamo lo faccia il Parlamento
prima che si debbano invocare la Corta Costituzionale e la Corte di Giustizia Europea che non
potrebbero che censurare duramente una eventuale norma di quel tono, come già hanno fatto con
disposizioni simili.
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