Comunicato relativo alla mancata partecipazione di Benedetto XVI all’inaugurazione dell’a.a dell’Università La Sapienza di Roma
Le diverse ed offensive manifestazioni d’intolleranza che hanno indotto il Pontefice a cancellare la sua partecipazione all’inaugurazione dell’anno accademico, a cui era stato ufficialmente invitato dal Rettore della Sapienza, ci colpiscono dolorosamente come docenti universitari e come credenti.
Per quanto riguarda l’istituzione di cui siamo orgogliosi di far parte, condividiamo la Magna Charta sottoscritta in occasione del novecentesimo anniversario di fondazione dell'Università di Bologna, il 18 settembre del 1988, dai Rettori di 372 Università di tutto il mondo. In essa si afferma, fra l'altro: "Depositaria della tradizione dell'umanesimo europeo, ma con l'impegno costante di raggiungere il sapere universale, l'Università, nell'esplicitare le sue funzioni, ignora ogni frontiera, geografica e politica, e afferma la necessità inderogabile della conoscenza reciproca e dell'interazione delle culture".
Ignorare in questo caso non significa non sapere che esistono frontiere geografiche e politiche, e anche ideologiche e religiose, talora frutto di pregiudizi, che si sono manifestate nel corso dei secoli, dentro e fuori le sedi universitarie, ma impegnarsi a non restarne prigionieri e a non perdere la fiducia nel dialogo e nella libera discussione critica.
E' in ragione di questa fede nell’uomo e nella propria capacità di mettersi in controtendenza rispetto a tutti i particolarismi e a tutti i dogmatismi che l'Università rivendica la propria autonomia istituzionale e crede di doverla difendere, non come privilegio medievale, ma come garanzia di libertà e come sorgente di umanità per tutti.
Se l’espressione università degli studi non vuole essere puramente declamatoria, ma programmatica, e cioè basata su una credibile interpretazione del "codice genetico" dell'Università, alla luce delle trasformazioni epocali che caratterizzano il nostro tempo, la ragione e la fede sono chiamate ugualmente in causa, in ambiti e con metodi propri; non nelle forme altezzose e alternative che hanno assunto in altre epoche storiche, ma nella forma della consapevolezza dei propri limiti e della propria comune responsabilità verso un futuro incerto e problematico.
Come credenti ci sentiamo offesi da chi assume la logica del rifiuto e dell’insulto, contestando platealmente il rappresentante di un’istituzione millenaria, che non solo ha fondato le università in Europa, fra cui la Sapienza, ma rappresenta nel mondo la più autorevole voce a servizio del messaggio evangelico, che per tutti si propone come annuncio di liberazione, attraverso l’amore per la verità e per le persone.
AIDU, Associazione italiana docenti universitari
(Luciano Corradini, presidente nazionale e Vincenzo Marigliano, presidente della sezione dell’Università La Sapienza)